Le finte scoperte “scientifiche” sparate sui giornali come great balls of fire, cose sensazionali,finiscono in pratica sempre per rivelarsi bolle di sapone e scoppiare miseramente. E’ una delle ragioni per cui il metodo scientifico è efficace: la capacità di correggere se stesso. Puoi elaborare la tua palla di fuoco in modo ingegnoso e sofisticato, avere le prime pagine e crearti una schiera di seguaci intronati, ma se quel che sostieni non è vero resta non vero. Può essere però utile al mantenimento di assetti di potere, e perciò quando anche la comunità scientifica ti dimostra che è una bolla di sapone e ti suggerisce di ripassare le tabelline, quegli stessi media che ti hanno trattato come notizia del giorno ignoreranno tale sviluppo.

E lo ignoreranno anche se la notizia è solo ghiotta, pacchiana e attira l’attenzione. Nel 2002 la BBC riportò che degli scienziati tedeschi sancivano la futura “estinzione dei capelli biondi”: entro i prossimi 200 anni, giacché labionditàè un tratto recessivo. Nello stesso anno il New York Times cercò documentazione per corroborare la notizia, e dovette accorgersi chenessuno studio del genere era mai stato seriamente fatto. Lo disse. Nonostante ciò, si è continuato a citare questo “studio” in articoli e pubblicazioni sino al 2006.

Molto più recente è la menata non tanto geniale della condizione di “pre-malattia”, la cui miccia probabilmente è stata: com’è che tutti questi ciccioni ci sventolano in faccia analisi mediche che li dichiarano in perfetta salute, cosa si può fare al proposito? Ecco, svolgiamo una ricerca che li dichiari in “pre-malattia”, stanno bene adesso ma fra dieci anni, credete a noi, saranno delle chiaviche. Medici e scienziati hanno chiesto ai ricercatori: “Avete considerato l’attività fisica e le abitudini (fumo, stupefacenti, alcool, ecc.)?” Risposta:Oooops!

Una delle migliori palle di fuoco di fine anno è la faccenda del “connettoma”. Ricercatori di Filadelfia hanno analizzato 949 scansioni di cervelli seguendo le connessioni fra 95 settori separati di ogni soggetto. Per farla davvero breve avrebbero scopertoche i due sessi connettono le varie parti in modo diverso, per cui 1) gli uomini sono razionali e logici ecc. e le donne emotive e sensibili ecc., e per cui 2) mia cara femminuccia la tua preferenza per il rosa e quella del tuo fratellino per l’azzurro, e la tua posizione subordinata rispetto alla sua, sono scritte nelle connessioni cerebrali, mettitela via. “Ma a me il rosa non piace!” Deviante. “E’ a mio fratello che piace il rosa!” Deviante pure lui nonché sospetto finocchio.

Comunque, lasciando da parte le obiezioni squisitamente tecniche degli/delle addetti/e ai lavori, e lasciando da parte il fatto che per esempio questo studio (tra l’altro più esteso)

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1053811912008981

presenta risultati diametralmente opposti, ma non ha raggiunto le prime pagine, ecco alcune osservazioni sensate.

Gli uomini e le donne hanno alcune differenze biologiche, grandezza dei cervelli diversa e ormoni diversi. Non sarebbe sorprendente se vi fossero anche differenze neurologiche. Ma il fatto è che noi trattiamo uomini e donne in modo diverso dal momento in cui nascono, praticamente in ogni area della vita. I cervelli rispondono alle richieste che noi facciamo loro, e a uomini e donne si fanno richieste differenti. Anche se uno studio sulla scansione dei cervelli ha un’aria di “purezza biologica”, non sfugge alla realtà: gli uomini e le donne il cui cervello è stato controllato sono i prodotti di forze sociali e culturali come di forze biologiche. (…) Dicono di aver trovato differenze significative fra i sessi, ma non ci offrono le statistiche che permetterebbero al lettore di valutare ogni differenza ascritta al sesso con altri fattori come l’età o la variabilità individuale. (…) Per esempio, una differenza significativa attribuita al sesso può essere minuscola se confrontata con le differenze fra persone di età diverse o se confrontata con le normali differenze fra individui. La questione dell’età è rilevante, perché sappiamo che il cervello continua a svilupparsi dopo i 22 anni, età che corrisponde al cervello più “vecchio” esaminato dallo studio. (…) Uno degli autori della ricerca, come riporta il Guardian del 2 dicembre, dice che “la più grossa sorpresa è stata quanti risultati combaciavano con vecchi stereotipi”. Per me, questo dovrebbe essere un segnale d’allarme. Di continuo scopriamo, e lo si vede qui, che la neuroscienza altamente tecnica e avanzata è usata per confermare vecchie e obsolete generalizzazioni. In questo caso, la ricerca dà per scontate le differenze che cercherebbe di provare. I dati sono analizzati solo per differenza di sesso, mentre le altre categorie ricevono scarsa o nessuna attenzione (età, istruzione, addestramento, e così via). Tramite queste lenti pregiudiziali sui dati, viene raccontata la storia sulle differenze fondamentali. (…) Anche se giudicassimo la ricerca attendibile, essa non ci dice nulla delle effettive differenze psicologiche fra uomini e donne. La scansione del cervello non ci dice nulla del comportamento (e, in verità, la maggior parte di noi agisce in modi molto simili nonostante le differenze nella struttura del cervello e nella connettività). E’ bizzarro che gli autori vogliano anche usare la loro analisi per sostenere il mito del “cervello diviso”

http://www.psychologytoday.com/blog/brain-myths/201206/why-the-left-brain-right-brain-myth-will-probably-never-die

- parte sinistra razionale, parte destra intuitiva – quando persino uno dei padri fondatori della teoria, Michael Gazzaniga, non ci crede più.

http://courses.dce.harvard.edu/~phils4/splitbrain.pdf

La cosa forse più importante di tutte è che l’analisi non ci dice come gli uomini e le donne potrebbero essere se cresciuti in modo diverso. I dati sono silenziosi su come i cervelli di uomini e donne sarebbero connessi se la società avesse per essi differenti aspettative. Dati i modi sorprendenti in cui i cervelli si adattano a differenti esperienze, è completamente plausibile che queste “significative differenze biologiche” siano in realtà dovute a fattori culturali. Persino differenze accertate possono essere rovesciate tramite la manipolazione psicologica, il che suggerisce che le differenze biologiche ad esse sottese non siano così fondamentali come i ricercatori sostengono.

http://bps-research-digest.blogspot.co.uk/2013/07/womens-true-maths-skills-unlocked-by.html

Come Shakespeare fa dire a Ofelia nell’Amleto: Signore, noi sappiamo cosa siamo, ma non quel che potremmo essere. Tom Stafford, docente di psicologia e scienze cognitive all’Università di Sheffield, 3.12.2013. Maria G. Di Rienzo

La colonna sonora di questo pezzo vi è stata gentilmente fornita da Jerry Lee Lewis.

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