Ho apprezzato ogni età che ho avuto e ognuna di esse aveva il suo lato positivo. Ogni ruga dovuta al sorriso, ogni cicatrice, sono medaglie che indosso per mostrare che sono stata presente, sono i cerchi interni del mio tronco d’albero personale, che io rendo visibili per chiunque. In effetti io non voglio una faccia e un corpo “perfetti”; voglio indossare la vita che ho vissuto.” Pat Benatar.

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Il tempo scrive sul corpo in un linguaggio che tutte/i dobbiamo arrivare a conoscere mentre cresciamo e invecchiamo: il linguaggio dell’esperienza, della perdita, della rivelazione, della resistenza e della mortalità. Oggi, sono semplicemente grata per tutte le strade, oscure e luminose, che mi hanno condotta al miracoloso presente, così come per le strade sconosciute, oscure e luminose, che giacciono ancora di fronte a me. Ho un anno di più. Viaggio più lentamente. Porto moltitudini dentro di me. Ma sono qui, ben fornita di cerchi come una quercia sulla collina. E questo è solo l’inizio.” Terri Windling

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Una crema nera ti salverà. Questa frase stava nel titolo – fenomenale – di un articolo oggi in prima pagina su un grande, grande, ma che dico, grandioso, quotidiano italiano che si occupava di un gravissimo problema sociale, e cioè la “lotta antietà” delle donne (ovviamente un volto di modella giovane illustrava la solfa). Una crema nera ti salverà. Va bene, non è che mi piaccia tantissimo, ma voglio essere “salvata”. Eccola qua. Maria G. Di Rienzoimage

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