(tratto dall’intervista a Richard Armitage di Elle Morris, per New York Moves, 16 novembre 2013. Richard recita come Thorin Scudodiquercia nella trilogia de “Lo Hobbit”. Trad. Maria G. Di Rienzo.)

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Quando gli chiedo se la violenza nei film e in altri spettacoli di intrattenimento è in parte da biasimare (Ndt.: per la violenza nel quotidiano), la risposta di Richard è ferma: “Sì.”

Sono sempre molto, molto conscio al proposito, qualsiasi cosa io faccia. Ho partecipato ad uno show “militare”, chiamato “Strike Back”, che Cinemax farà vedere nell’autunno di quest’anno, ma una cosa che ho detto loro all’inizio, prima di firmare il contratto, è stata: “Non voglio un’immagine di me con una pistola su un poster. Vi darò qualsiasi altra cosa, ma non voglio un’arma in mano.” Non nego che può essere eccitante, come attore, sparare con un’arma, ma quando si tratta di raccontare una storia… Lo Hobbit, per esempio. Peter Jackson aveva sempre questa discussione con i disegnatori e gli attori, dicendo che non puoi svendere la violenza. Dev’essere scioccante e violenta come realmente è, ma non puoi glorificarla, o renderla sexy, o desiderabile.

Al fine di mostrare la violenza in modo meno quotidiano e domestico, il team dei disegnatori de Lo Hobbit si è assicurato che le armi usate avessero un aspetto molto differente da ogni oggetto che si può avere in casa.”

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