Paola Clemente sgobbava sette giorni su sette per due euro l’ora, sotto la schiavitù del caporalato.

di Daniela Tuscano

Come una Nedda cresciuta, un Rosso Malpelo al femminile. Sud verghiano, naturalista e spietato, di oltre cent’anni fa.  Invece siamo nel 2015. E Paola Clemente era italiana. Non un’immigrata. Ma proviamo a sentirla mormorare, mentre s’ammazza letteralmente di fatica, “che è quest’Italia?”. Sgobbava sette giorni su sette per due euro l’ora, sotto la schiavitù del caporalato. Alla fine è scoppiata, ma nelle fotografie lei, col suo nome da pontefice, riusciva ancora a sorridere.

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