E va bene, definirlo apollineo non è originale. Semmai, tautologico. Ma abbiamo alternative? Roberto Bolle è una metempsicosi artistica, la materializzazione dei sogni di Winckelmann. Non la Grecia, ma un’idea di essa. Una bellezza pensata che taluni scambiano per freddezza.

di Daniela Tuscano

Ma Roberto vive, sublimando le passioni. Chi l’ha visto all’opera, anzi all’impresa, ne percepisce la fisicità possente e travagliata. C’è sofferenza dietro il genio, l‘impossibilità di sentirsi normale, la severa armonia. Bolle quando tocca, quando bacia, è un fremito mediterraneo.

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