L’anno si conclude con questo sangue; ed è sangue povero. Eppure essi hanno fede. In noi, oltre noi.

di Daniela Tuscano

Fa pena Spelacchio, l’abete rosso che illuminava (si fa per dire) il Natale di Roma, giunto agonizzante alla mèta e dichiarato ufficialmente morto. Fa ancor più pena adesso, nella seconda parte delle feste.

Per taluni i suoi rami poco fronzuti sono un’allegoria del degrado in cui versa la capitale. In realtà quel simulacro di natura non rappresenta altro che se stesso, ed è già troppo.

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