Occupandomi principalmente di diritti e salute riproduttiva, ho letto con interesse e orrore quanto emerso da un recente articolo del Columbia Journal of Gender and Law[1] che, sulla base di testimonianze raccolte – il più delle volte – da centralini di primo aiuto per donne che subiscono violenza, affronta e inquadra giuridicamente la pratica chiamata stealthing.

Tale pratica consiste nella rimozione volontaria del preservativo senza consenso da parte della partner e viene, giustamente, recepita dalle donne sempre più come una forma di violenza sessuale, paragonabile ad un rapporto non consensuale[2].

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