Se la pubblicità è il contrario di cultura

di Gianna Coletti

Una sera, sfiancata da una giornata inconcludente, dopo aver smangiucchiato qualcosa per cena, sono andata in camera da letto con l’intento di guardare la televisione. La tengo proprio in quella stanza perché quando mi corico, generalmente molto tardi, mi concilia il sonno. Sprofondo lentamente in uno stato comatoso che svanisce, purtroppo, nello stesso istante che cerco il telecomando per spegnerla.

Quella sera, accendo la televisione mentre sta per iniziare un film su Rai 5.

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