Il nome dice tutto, il nome con cui nel Nordest della Nigeria vengono bollate le ragazze che tornano a casa. Le chiamano «annoba», epidemia.

Dopo il rapimento e le sevizie, dopo mesi o anni di lontananza. Se riescono a lasciarsi l’orrore alle spalle, nei campi jihadisti della boscaglia, tra le piante spinose della Sambisa Forest dove si racconta che neppure gli elefanti provassero a penetrare, non ci sono fiori ad accoglierle ma altri aculei. Non «sopravvissute», «fortunate», «salvate», pronte a «ricominciare».

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