A un anno dalla morte di Reyhaneh Jabbari, ventiseienne iraniana impiccata per l’omicidio di un uomo che lei accusava di tentato stupro, pubblichiamo una delle dieci lettere scritte in prigione dalla ragazza e diffuse online (che vengono oggi lette anche a scuola su iniziativa dell’associazione di Verona “Isolina e…”). A un anno dalla morte di Reyhaneh, la madre Shole Pakravan ne difende ancora l’innocenza. “Mia figlia mi ha chiesto tre cose: di non vestirmi a lutto, di donare i suoi organi e di perdonare tutti coloro che le hanno fatto del male – dice al Corriere nella video-intervista qui sopra – Ma sono riuscita a esaudire solo una sua richiesta, quella di non vestirmi di nero”.

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