«Io non sono razzista». Lo pensiamo quasi tutti di noi stessi. Alzi la mano chi non si è indignato davanti alla reporter ungherese che faceva lo sgambetto al padre siriano in fuga dalla guerra. Chi non si è commosso per la morte di Nelson Mandela. Chi non ha riconosciuto la portata storica dell’elezione di Barack Obama. Ci preoccupiamo quando le destre xenofobe ottengono buoni risultati elettorali. E magari compriamo dal venditore extracomunitario sotto casa anche oggetti di cui non abbiamo bisogno.

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