La vita di Ritu Saini, 23enne indiana, cambia in un secondo o forse meno. Quanto basta a due teenager in moto per gettarle addosso dell’acido e fuggire. Il volto e le mani, ustionati per sempre. La vista persa quasi del tutto. Saini, però, oggi lavora allo Sheroes cafè, ad Agra, non lontano dal Taj Mahal. Con lei, a servire ai tavoli e preparare snack e bibite, altre donne. Tutte vittime di attacchi con l’acido. Tutte sopravvissute. Segnate per sempre nel corpo.

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