La mia compagna è appena arrivata per le nostre brevi vacanze. Sempre imbronciata, docile, solite mani graffiate e reggiseno un po’ troppo imbottito che traspare dalla sua ridicola maglietta con impresse rovine da guerra e la scritta: «Questa è la mia terra». Provocazione patetica, una sfida sbiadita. E’ l’immagine di Onna ancora in macerie, la sua terra abruzzese, un piccolo paese di 380 anime ormai quasi spopolato, simbolo del sisma. L’indossa da sei anni, da quando arrivammo qui ad Ischia per la nostra prima vacanza con mare, relax, pensioncina famigliare e centro  massaggi gestito dall’aiuto cuoca Eva.

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