Domani, dunque, la manifestazione contro la legge Fini-Giovanardi. Ricevo e pubblico la lettera di una paziente e del suo medico curante. Qui sotto:

Egregio Dott. Santalucia Mi hanno diagnosticato l’artrite reumatoide all’età di 26 anni, cioè 28 anni fa. La mia è una forma che è stata definita refrattaria in quanto non ho molti vantaggi dall’assumere farmaci convenzionali, ma purtroppo ho troppi effetti collaterali. Non sto ad elencare tutte le traversie passate, ma accenno solo all’osteoporosi grave dovuta al cortisone, con fratture spontanee varie (anche, vertebre, costole), un melanoma e un carcinoma al seno a causa dell’assunzione dei nuovi farmaci biologici. Molti farmaci importanti non ho potuto proprio assumerli per lunghi periodi, come il metotrexate perché mi alzavano le transaminasi drasticamente. Adesso uso l’arava come immunosoppressore, anche se mi ha dato episodi di pressione alta o tachicardie. A tutto questo si è sommata la fibromialgia, con problemi come disturbi della motilità vescicale, spasmi e crampi a gambe e braccia e leggera depressione. Adesso sono interessate quasi tutte le articolazioni, con lussazione del rachide compresa. Sono quindi su una sedia a rotelle da qualche anno.

Da circa sei anni faccio uso della cannabis, nella forma che riesco a reperire, quasi sempre resina. E’ stata un’iniziativa personale appoggiata da mio marito, poichè cercando su internet qualcosa che mi potesse aiutare ho trovato notizie in questo senso sulla cannabis. I vantaggi che posso sicuramente dire di aver avuto sono: netto miglioramento della fibromialgia, tale da non dover più assumere farmaci (sirdalud, antidepressivi) per tali problemi (problemi vescicali, crampi e spasmi, depressione) che sono praticamente scomparsi. Miglioramento anche per quanto riguarda il dolore sia articolare che muscolare, dimezzando così la dose di antinfiammatori giornalieri.

La risposta di Nunzio Santalucia.

E’ davvero deprimente come cittadino, e ancor di più come medico, constatare l’abbandono da parte delle istituzioni di persone sofferenti che vogliono solo essere prese in considerazione nella loro soggettività. Vengono abbandonate al mercato clandestino “solo” perché trattasi di droga pericolosa. Tutto fai da te, qualità, prezzo, clandestinità, saltuarietà  dell’acquisizione…Sono effetti collaterali del farmaco cannabis sativa ? Desiderio di “drogarsi” dei malati ? O forse violazione di sacrosanti diritti di esseri umani sofferenti ? La condivisione della terapia è fondamentale per l’efficacia della stessa. La Sig.ra firmataria della lettera ha diritto ad essere assistita, monitorata e garantita….non perseguita!

Inoltre, dal momento che non so quanti quotidiani lo riporteranno, vi posto il resoconto della conferenza stampa del 5 febbraio in Campidoglio per  la Campagna di Abolizione della Legge Fini-Giovanardi sulle droghe in vista del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla incostituzionalità della Legge 49/06, dopo che diverse corti hanno bloccato i processi agli imputati e inviato la legge alla Consulta.

Sono intervenuti oltre ad Alessandro “Mefisto” Buccolieri, Portavoce della Campagna, Patrizio Gonnella, Antigone, Giorgio Bignami, Presidente Forum Droghe, Valeria Grasso, Imprenditrice antimafia, “Legalità è Libertà”.

Patrizio Gonnella, di Antigone, è stato il primo a prender la parola descrivendo gli esiti, a livello carcerario, del proibizionismo “Dagli ultimi dati risulta che il 40% dei detenuti è in carcere per la Legge Fini-Giovanardi. La maggioranza di governo è sotto ricatto da parte della compagine nella quale Giovanardi ha ancora una posizione rilevante. Noi non ci accontentiamo dell’abrogazione della legge per ragioni etico-filosofiche, di politiche anticriminalità, per ragioni legate all’affollamento delle carceri. La manifestazione dell’8 febbraio andrà oltre questo passaggio, verso la depenalizzazione. Noi non siamo estremisti. Lo siamo come lo sono l’Uruguay ed il Colorado.” Carcerazione e repressione che, come sostiene Giorgio Bignami, è frutto di preclusioni puramente ideologiche “La tabella unica delle sostanze rappresenta un falso scientifico. Non esiste sostanza farmacologicamente attiva di cui non esista possibilità di abuso. Questa concezione è un attacco diretto alla Costituzione. Oltre tutto, la soglia tra sanzioni amministrative e penali è di 5 per le prime a 200 per le penali.”

Infine ha portato il proprio contributo anche Valeria Grasso, imprenditrice antimafia. Il suo punto di vista è quello che più ha colpito per la sua spontaneità, e la concretezza, riguardo un sistema proibizionista che finisce per destinare introiti alle mafie “Non avrei mai pensato di aderire ad un’iniziatica come questa. Ma sono cambiata dopo la mia esperienza. Il compromesso con la mafia è un compromesso di morte.Ho deciso di portare, tra i giovani, nelle scuole, la mia testimonianza. Ho incontrato figli di detenuti che mi hanno fatto avvicinare a queste problematiche. La cosa che mi ha colpito sono gli effetti medici e che la cannabis non ha mai provocato alcun morto. Finora ho avuto le idee confuse o forse me le hanno confuse volontariamente. Mi farò promotrice perciò di questa battaglia, perchè così si potranno sottrarre tanti ragazzi dalla strada , dove trovano guadagni facili. Vorrei lanciare un appello alle mamme, perchè comincino a vedere un mondo diverso.”

Con questo obiettivo sabato 8 febbraio 2014, a Roma, scenderà in piazza l’Italia dei diritti, dalla galassia dell’autorganizzazione, con i centri sociali da tutto il paese all’associazionismo di base, dalla rete degli operatori di riduzione del danno, con le loro cooperative e comunità di accoglienza fino ai comitati della lotta alle mafie, tutti insieme per dire che “Questa legge è illegale e il suo costo è reale”.

Hanno aderito all’appello Ascanio Celestini, Daniele Vicari, Paolo Rossi, Elio Germano, la Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli, Massimiliano Smeriglio, vice Presidente della Regione Lazio, Luigi Nieri Vicesindaco Comune di Roma, e molti rappresentanti delle Istituzioni e non.

“Non si può, nel 2014, anche in buona fede, essere proibizionisti, perchè l’evidenza dei danni creati ed il potere delle narcomafie, è evidente. I fatti ci hanno dato, purtroppo ragione: un arresto in ogni famiglia” - così Alessandro Buccolieri portavoce della rete Legge Illegale. “C’è un universo in movimento che reclama un approccio diverso al fenomeno del consumo di sostanze che il proibizionismo con le sue speculazioni trasforma in problema sociale - prosegue Buccolieri - invitiamo quindi il presidente del Consiglio Letta a fare retromarcia e a ritirare l’avvocatura dello stato da lui sollecitata a difesa della tanto socialmente devastante e odiata legge illegale. Il proibizionismo ha fallito, la “guerra alla droga” è persa, lo ha compreso tutto il mondo tranne quei pochi ancora barricati nell’ultima isola proibizionista in un mondo che volta pagina e accerchiati da un oceano antiproibizionista che sabato 8 febbraio manifesterà a Roma”.

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