Teoricamente dovrebbe essere cosa fatta  da tempo: invece l’educazione al genere e all’affettività, nel nostro paese, stenta, e quando c’è si deve all’impegno dei singoli o di alcune associazioni. Come detto infinite volte, è da qui che occorrerebbe partire, comunque la pensino i fondamentalisti delle religioni e gli odiatori (le odiatrici, anche) dei femminismi: partire per contrastare davvero violenza e disparità, partire per comprendere e superare modelli che imprigionano bambine e bambini. Dunque, questo è un post di servizio con due notizie. La prima viene da Bologna, dove il CSGE-Centro Studi sul Genere e l’Educazione del Dipartimento di Scienze dell’Educazione (Università di Bologna) sta organizzando un convegno dal titolo “Fare e disfare il genere. Percorsi formativi e buone pratiche nella scuola”. Il convegno si terrà il 14 Marzo a Bologna, e riguarderà l’educazione di genere realizzata a scuola. Dicono dal CSGE: “Sono previsti workshop pomeridiani: il CSGE invita a relazionare i/le insegnanti sulle loro esperienze, difficoltà, potenzialità, risultati ottenuti in questo ambito. Essi/e possono operare: · nel nido e nella scuola dell’infanzia · nella scuola primaria · nella scuola secondaria di primo grado · nella scuola secondaria di secondo grado · oppure, possono essere impegnati/e nell’utilizzo, trasversale per le diverse scuole, di linguaggi artistici e multidisciplinari (teatro, video, espressione corporea, arte, tecnologie telematiche e multimediali, ecc.) L’invito è aperto anche a educatori/trici e formatori/trici che lavorano in contesti scolastici ed educativi. Il convegno può risultare interessante anche: per chi vuole semplicemente venire ad ascoltare che cosa fanno gli/le altri/e docenti; per chi è “esterna alla scuola” e desidera conoscere che cosa si fa veramente quando si parla di educazione di genere. Si precisa che la partecipazione alla giornata di studio è gratuita e vale come attività formativa accreditata per insegnanti, ma richiede una iscrizione tramite posta elettronica”.Quiil link con tutte le informazioni. La seconda notizia mi coinvolge direttamente, e si deve a Zeroviolenzadonne, che, grazie all’ottopermilledella Tavola Valdese ha organizzato cinque incontri con genitori e adulti in alcune scuole della periferia romana, proprio per discutere di stereotipi e genere. Dal momento che si tratta di due progetti importanti, l’invito è a segnalarne altri qui, in modo da delineare una piccola, parzialissima mappa, del lavoro che viene fatto. A volte in silenzio, senza riconoscimenti e anche senza fondi. Scrivetene.

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