Spazzatura. Sigarette. Aria, quella che si può, almeno, da sotto la mascherina che sembra togliertela. Un'uscita di quindici minuti esatti, cronometrati, e al ritorno, su un muro vicino casa, leggo una scritta, "Libertà per me". Chissà chi l'ha tracciata, penso, e quando. Il perché è evidente. Anche quelli di noi meno socievoli, che amano la casa come una cuccia e non vedono l'ora di tornarci, la vivono ormai come una prigione. Così è, così bisogna, mi dico. Poi mi torna davanti agli occhi un ricordo lontanissimo.

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