Questa è una storia dai borghi che non viene dai borghi, non del tutto, ma viene da me. E' il testo della lettera che ho indirizzato sabato ai Futuri maestri, leggendola all'Arena del Sole ai mille splendidi ragazzi che hanno recitato nello spettacolo. Mi sono state chieste cinque parole da affidare loro. Le ho scelte. Pensando ai nostri luoghi.

Non voglio chiamarvi allievi, o discepoli. Mi piace chiamarvi, invece, giovani sorelle e giovani fratelli, perché la strada che percorrete è simile a quella su cui abbiamo camminato noi, gli adulti, noi che avremmo dovuto tracciarla forse meglio, e avremmo dovuto togliere con maggiore pazienza i sassi che vi intralciano il cammino.

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