Dal santuario di Col di Vento, che mi è caro per molte ragioni, si vedono i Sibillini, e ci sono volte in cui non vorresti andartene, e restare sulla panchina a guardare e immaginare. Non so in che condizioni sia il santuario, di cui parlava ieri Francesco Drago. Ma lo scopo di questi post è raccogliere voci, in attesa di poter dare corpi a quelle voci, perché è esattamente quello che si intende fare. Una rete di persone che, ognuno con quel che sa e può, percorrano i luoghi del terremoto, non appena sarà garantito un minimo di abitabilità (e i container? Siam qui che attendiamo notizie).

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