Domani alle 19 avrei dovuto presentare "Schiavi di un dio minore" alla libreria Tuba di Roma. Ho chiesto alle amiche libraie di annullare l'evento perché andrò invece al paesello a vedere cosa accade. Tornare, vedere, è per me indispensabile. In cambio, offro un brano da "Questo trenino a molla che si chiama il cuore" che riguarda un altro terremoto, negli stessi luoghi, e un altro ritorno. Buon week end.

Le cose passano, e se ci va proprio bene tornano perché sono circolari, come gli dei antichi e la lemniscàta di Bernoulli, e se questi luoghi sono già cambiati infinite volte, come tutti i luoghi, come le persone, raccontarli significa certo preservarli, ma in quell’anno  non si vuole neanche questo, perché avanti bisogna guardare e non indietro, e a fermare le cose che passano restano coloro che provano a fissarle nei ricordi come provo a fare io, a fermarle per sempre insieme ai sussidiari e i mottarelli e la risata di mio padre.

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