Stretta come una sardina nella metropolitana del mattino, mi ritrovo fra due uomini di mezza età. Stanno leggendo due romanzi. Uno è alle pagine finali de "Le ragazze" di Emma Cline. L'altro è immerso in "Nevi infuocate" di Diana Gabaldon (La saga di Claire Randall, per essere precise). Mi scappa un sorrisetto perché sono considerate "letture femminili", e il sorrisetto si allarga dopo due giorni in cui tocca leggere ancora qua e là i vecchi riferimenti alla casalinga di Voghera (ma mi si dice su twitter che di recente un illustre giornalista ha scelto come titolo del suo intervento "l'economia spiegata alla massaia") e a Liala, per non parlare di certe definizioni dei libri di Elena Ferrante ("i libri della Ferrante vanno bene dal coiffeur").

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