Cosa, su Dario Fo, incredibilmente nel giorno dell'assegnazione del Nobel per la Letteratura che lui vinse nel 1997, con quella meravigliosa motivazione ("è mescolando il riso e la gravità che Fo ha fatto prendere coscienza degli abusi e delle ingiustizie della vita sociale, ma anche del modo in cui queste possano inscriversi in una prospettiva storica più ampia", e “seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”)? Sprazzi di un accompagnamento durato una vita, dal primo occhieggiare, bambina piccola, della vituperata poi censurata Canzonissima al teatro che seguiva i risvegli ribelli, dal vivo e in televisione.

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