Lo so, diventa sempre più complesso muoversi nel presente: troppe le verità e troppo brevi, subito sostituite da altre. Troppi i fatti. Troppe le apparenti chiamate in causa, troppe le sollecitazioni a esprimersi, a indignarsi (non a ribellarsi,  che è azione, e dunque richiede maggior forza, richiede un movimento, mentre l'indignazione, oggi come oggi, presuppone l'immobilità).

Su cosa parli, oggi, su cosa scrivi? L'ingenuità di una ragazzina che diventa  Miss Italia, il gender, il vestito di Simona Ventura, il jobs act (e su quello sì, su quello occorrerebbe ribellione, ma non c'è, perché i tempi sono cambiati, vuoi mica pretendere quel che già avevi per i tuoi figli, sciocca?).

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