"Grazie alle cose le persone potevano contare su un'esistenza migliore (...) Dei timidi e di chi non accondiscendeva all'allegria diffusa si diceva, ha dei complessi. Era l'inizio della società del divertimento". In quello straordinario libro che è Gli anni, Annie Ernaux racconta fra l'altro, con lucidità implacabile e insieme con la malinconica grazia che la contraddistingue, il passaggio dalla ricostruzione al desiderio. Desiderio di acquistare oggetti: minestroni in busta, pere sciroppate. Una lavatrice. Un transistor. Ogni volta che mi torna in mente la parola "marketing" penso a quella gigantesca induzione al possesso che furono gli anni del dopoguerra e poi del cosiddetto boom.

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