Ieri, in radio,  si discuteva di scrittori, autolimitazioni, libertà di espressione, rapporto con il contemporaneo. Mi è tornata in mente un'altra serie di post che l'eteronimo scrisse, cinque anni fa, sulla prima guerra mondiale. Non sulle motivazioni dell'entrata in guerra, ma sul ruolo degli scrittori. A cento anni dal "radioso maggio", ve li ripropongo.

Più delle ragioni storiche che hanno portato l’Italia alla guerra mi interessavano le migliaia di piccole storie di chi si è trovato nell’orrore del fronte. Molto spesso, senza volerlo affatto.

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