Qualcuno dirà che è andata benissimo, altri diranno insomma, qualcuno prenderà le distanze, altri chiederanno, euforici, un bis. Su #ioleggoperché nutrivo e nutro i dubbi antichi, quelli che mi portano a diffidare non da oggi del sottotesto: chi legge è migliore di chi non legge. Certo, qualche passo avanti rispetto allo spot televisivo degli anni Novanta dove il non lettore era rappresentato come un palestrato in grado solo di grugnire, o quasi, si è fatto. Resta però quel "noi che leggiamo" che schiaccia chi alla lettura (di un libro, sottolineamolo, perché si legge moltissimo "altro", di questi tempi) non è interessato.

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