Ricordate laBiblioteca di Pisa? Se ne parlò qui, ma l’edificio è ancora chiuso, nonostante il 6 febbraio scorso il sindacosi sia espresso a favore di una riapertura anche parziale.  Dunque, dal momento che questo blog si sta appassionando alle notizie nascoste, pubblico volentieri un intervento di Chiara Frugoni.

Dice un articolo del Tirreno del 19 febbraio  che l’Associazione degli Amici della Biblioteca Universitaria (detta affettuosamente lobby) costringe al silenzio sulla questione Sapienza studenti, ricercatori e perfino professori. Tutti anonimi (in effetti, sarebbe diffamazione). E deve essere così, perché solo ieri il dipartimento di Giurisprudenza ha protestato per lo spostamento della Biblioteca Giuridica a Montacchiello. Parlano dopo due anni di silenzio. Perché la biblioteca è stata spostata? Perché nessuno, due anni fa, ha protestato? Però non si capisce bene: la Sapienza è chiusa per Ordinanza del Sindaco, su indicazione del Rettore che ha segnalato rischi di crollo ai Vigili del Fuoco. La Biblioteca Giuridica è del Dipartimento di Giurisprudenza, che nella persona del suo Preside dichiarava il 5.9.2012: “trovo singolare questa levata di scudi, assieme alla tesi di chi ci spiega che le verifiche statiche possono essere fatte con gli scaffali pieni fino al soffitto. I nostri 120mila libri sono stati portati altrove e non capisco tanta contrarietà al trasferimento dei 600mila volumi della biblioteca universitaria: fino a che stanno lì, non potranno essere consultati”. Gli spazi di Giurisprudenza sono gestiti dal Rettore, che il 20.3.2013 si gloriava del trasferimento: “l’Università è stata efficiente: ha reso disponibili altrove (non chiusi in un magazzino) i suoi 120mila libri” (non catalogati). Allora rimettiamo le cose a posto. Il Sindaco, e non si vede chi altro, è responsabile della durata delle sue Ordinanze. Il Rettore, e non si vede chi altro, è responsabile della gestione degli spazi dell’Università. Il Dipartimento di Giurisprudenza plaudiva allo spostamento che ora depreca. A noi, la lobby, rivolgetevi solo per le cose che ci competono: cercare di fare sì che studiosi e studenti (non solo di giurisprudenza e con un tardivo ripensamento dopo due anni) studino e lavorino come succede in tutte le città universitarie. Chiara Frugoni

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