Per le donne che sono “difficili” da amare (di Warsan Shire, trad. Maria G. Di Rienzo)

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Tu sei una cavalla che corre da sola

e lui tenta di domarti.

Ti paragona ad un’impossibile strada maestra

dice che lo stai accecando

che non potrebbe mai lasciarti

dimenticarti

volere null’altro che te.

Gli dai le vertigini, sei insostenibile.

Ogni donna prima o dopo di te

si scioglie nell’acqua del tuo nome.

Tu riempi la sua bocca

i denti gli dolgono dal ricordo del gusto

il suo corpo solo un’ombra lunga che segue il tuo.

Ma tu sei sempre troppo intensa

spaventandolo nel modo in cui lo vuoi

senza vergogna e come in un’offerta propiziatoria.

Lui dice che nessun uomo può diventare

quello che vive nella tua testa.

E tu hai tentato di cambiare, non è vero?

Hai chiuso di più la bocca

tentato di essere più tenera

più carina

meno incostante, meno conscia.

Ma persino quando dormi puoi sentirlo

viaggiare lontano da te nei suoi sogni.

Perciò che vuoi fare, amore,

aprirgli la testa?

Non puoi fare case degli esseri umani

qualcuno deve avertelo già detto

e se lui vuole andarsene

allora lascialo andare.

Tu sei terribile

e strana e bellissima:

qualcosa che non tutti sanno come amare.

(Warsan Shire, di origine kenyota ma nata in Somalia nel 1988, vive a Londra. Warsan è una poeta-guaritrice, nel senso che usa i versi e la narrazione per documentare esperienze e traumi, e aiutare chi l’ascolta ad intraprendere il viaggio verso la guarigione. Nel 2010 ha letto pubblicamente le sue poesie in Italia, a Roma, ma hanno avuto il piacere di ascoltarla dal vivo anche in Germania e in Sudafrica.)

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