Un ex membro del Parlamento kuwaitiano parla pubblicamente durante una manifestazione di protesta. I dimostranti sono in strada contro lo spreco di risorse e tempo da parte delle autorità statali e la manifestazione si chiama “Basta assurdità”. L’ex parlamentare, Musallam al-Barrak, parlando all’Emiro dice fra l’altro: “Altezza, in nome della nazione non le permetteremo l’esercizio di una modalità autocratica di governo. Altezza, la Storia registra: perciò, cosa lei vuole la Storia scriva sulla sua pagina?” Nell’aprile scorso, viene arrestato e condannato a cinque anni di prigione.

In questo momento, è difficile trovare un kuwaitiano che non conosca le due frasi riportate sopra. Fanno da suoneria per i telefonini, la gente le ripete – in apparenza casualmente – mentre passeggia o sosta in un parco, alcuni clacson improvvisano concerti notturni sul ritmo delle parole “non le permetteremo”.

Una delle cose accadute dopo l’arresto dell’ex parlamentare, è che Rana Al-Saadoun (attivista per i diritti umani, membro del “Comitato nazionale per il monitoraggio delle violazioni”) ha postato la registrazione dell’intero discorso in un video clip su YouTube:

http://www.youtube.com/watch?v=I7q2Bug9ULA

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Attualmente, Rana è sotto processo e le è proibito lasciare il paese. Le accuse iniziali contro di lei erano: insulti al Capo dello Stato (l’Emiro); sfida all’autorità del Principe; l’aver ripetuto un discorso in un luogo pubblico (come a dire: ha parlato in “Piazza YouTube”). Solo gli “insulti” possono fruttarle cinque anni di galera. Dopo ulteriori indagini, è stata anche accusata di “aver fatto gruppo con più di cinque persone nell’intento di commettere un crimine”: questo per aver monitorato una protesta nella città di Kaifan.

Il bando sulla possibilità di viaggiare all’estero è contrario sia alla Costituzione del paese, sia ai trattati internazionali che il Kuwait ha sottoscritto, ma sapete come vanno le cose. Questa è la vita quotidiana di quelli e quelle che, come Rana, difendono davvero in tutto il mondo il diritto umano alla libertà di espressione.

Quando sento i nostrani diversamente intelligenti e pentastellati piangere perché scrivere di una donna “ammosciacazzi”, “baldracca patetica”, “cesso”, “frustrata tromba di più”, “ma ce l’hai qualcuno che ti scopa ogni tanto”, “che racchia – sedia elettrica subito”, ecc. sarebbe libertà di espressione e persino legittima difesacontro il mestiere della donna stessa (giornalista) l’Emiro, pur restando patetico e violento, mi sembra persino un moderato. Maria G. Di Rienzo

(Fonti: Gulf Centre for Human Rights, Der Spiegel, Safe World for Women)

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