Da circa una settimana è uscita la campagna con cui l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (Iap) cerca di farsi conoscere presso i lettori dei maggiori quotidiani nazionali. Non è la prima, ma è certo la più efficace, perché spiega in poche parole che, se una pubblicità è offensiva, volgare, ingannevoleo esprime violenza, chiunque può fare in pochi minuti una cosa semplice e concreta: denunciarla allo Iap. Era il 2009 quando Annamaria Testa mi insegnò a usare questo strumento. Era il 2009 quando cominciai a parlare dello Iap in questo spazio e cominciai a denunciare campagne con regolarità, invitando tutti/e a fare altrettanto. Con tanta regolarità da trasformare il post “Come denunciare le pubblicità volgari o offensive” in una pagina stabile del blog (alza il naso e vedi sopra).

Da allora la conoscenza del ruolo, delle possibilità e (anche) dei limiti dello Iap si è diffusa molto, specie in rete. Non basta purtroppo. Ci vorrebbero campagne pubblicitarie a ripetizione. Ci vorrebbero spot in televisione e al cinema, per raggiungere il pubblico di massa. Martellanti. Ma lo Iap non può permetterseli, dunque non ci resta che usare ancora una volta la rete per diffondere questa bella campagna. Che – non a caso – porta la firma di Annamaria Testa.

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