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Un’altra storia mi arriva da un ex studente di Scienze della Comunicazione, prima, e di Semiotica poi. Una storia di successo? O di grande ingenuità? Le speranze di questi due giovani si trasformeranno in un lavoro remunerativo? O finiranno in una inevitabile delusione, perché in Italia non c’è mercato e i nostri due eroi avrebbero fatto bene a fuggire all’estero? Come spesso accade quando pubblico testimonianze di ottimismo e speranza, i commenti si fanno scettici, a tratti acidi, livorosi. Sarà così anche stavolta?

«Gentile Professoressa, vorrei rubare un po’ di spazio del suo blog e di attenzione dei suoi lettori per presentare, come hanno fatto altri miei colleghi, la mia, anzi la nostra storia. Un giorno la mia ragazza Annalia mi chiese “E se ci mettessimo a pubblicare ebook?”. Senza pensarci, risposi: “Figata! Cerchiamo su Google come si fa”. Sei mesi dopo ci siamo trovati dal notaio a firmare l’atto di deposizione della nostra società, Nativi Digitali Edizioni. A meno di due mesi dalla pubblicazione del primo ebook abbiamo già potuto festeggiare le prime duecento vendite.

Iniziamo la giornata controllando le email, programmiamo i post su Facebook e Twitter, contattiamo i blogger, partecipiamo ai forum, aggiorniamo il sito, ci occupiamo della revisione e dell’editing dei testi. La sera magari frequentiamo qualche convegno o leggiamo gli ultimi articoli sull’editoria digitale e, prima di andare a dormire, leggiamo una delle tante proposte di pubblicazione che ci arrivano sempre più di frequente, ovviamente caricata sull’ereader. A 27 anni, con una laurea in Scienze della Comunicazione e poi Semiotica, per la prima volta in vita mia posso guardarmi alle spalle e ritenermi fiero delle scelte che ho intrapreso, perché mi hanno portato a fare qualcosa in cui credo davvero.

Perché proprio gli ebook, chiederete? Non sarebbe difficile rispondere citando i dati di Paesi come gli USA (dove gli ebook hanno superato il 30% delle vendite totali), che lasciano presagire una forte crescita del settore anche in Italia. Per noi scegliere di scommettere sull’editoria digitale è molto più di una semplice speculazione: siamo convinti che la caduta dei filtri editoriali tradizionali e la libertà, nella produzione e nel consumo, che gli ebook garantiscono possano contribuire ad abbattere l’insensata, a nostro giudizio, barriera tra la cultura e la tecnologia. La nostra linea editoriale strizza l’occhio alla generazione che ha vissuto la trasformazione di internet da un hobby per nerd a una parte integrante della propria vita. Per questo abbiamo deciso di chiamarci Nativi Digitali Edizioni.

La nostra attività non ci basta ancora per mantenerci, e non abbiamo rinunciato ad altre consulenze e lavori per portare a casa la pagnotta, ma i bassi costi di gestione che un’attività fatta in casa comporta – letteralmente: il nostro ufficio è il nostro appartamento – ci permettono di sperimentare diverse strategie di marketing, di usare molteplici canali di comunicazione, di pubblicare diverse tipologie di testi.

In fondo la passione con cui coltiviamo il nostro lavoro, mettendo concretamente a frutto i nostri studi (la semiotica mi risulta utilissima per valutare i testi, ma anche per elaborare le strategie di marketing e gestire tutti gli aspetti della comunicazione verbo-visiva), si può benissimo conciliare con la serietà di un progetto professionale. È ciò che speriamo e in cui crediamo. Se volete saperne di più sul nostro progetto ci trovate qui. Marco»

Archiviato in:nuovi media, stage e lavoro Tagged: editoria digitale, laurea magistrale in Semiotica, lavoro, Nativi Digitali Edizioni, nuovi media, Scienze della Comunicazione, stage, stage e lavoro

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