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I filmati in cui qualcuno riprende il mondo in soggettiva indossando Google Glass sono il modo tipico in cui Google pubblicizza i suoi occhiali intelligenti: gente che si butta dal paracadute, genitori che giocano con i bimbi, schiamazzi al luna park, e così via. Uno per tutti, questo:

Un gruppo di creativi londinesi ha pensato di riprendere questo genere di video – Google non è coinvolto, precisano – per festeggiare l’International Women’s Day, l’8 marzo scorso. Speravano forse in un gran clamore, ma non è andata così, perché al massimo hanno ottenuto un viralino: poco più di 1 milione di views dal 4 marzo a oggi. Il video è costruito per essere sorprendente e inquietante, ma in realtà è abbastanza prevedibile, dato il contesto (l’8 marzo, le donne) e l’evidente insignificanza delle scene iniziali, classico preludio di un colpo di scena. Il problema fondamentale, però, è che come sempre si strumentalizza la violenza sulle donne per fini diversi dal volerla realmente combattere e prevenire: in questo caso l’obiettivo è il numero di views e l’attenzione sui creativi che hanno realizzato il video. Vale in questo caso il mantra che ripeto sempre: non si combatte la violenza con immagini che la esprimono. Di solito si aspetta il 25 novembre per queste strumentalizzazioni. Mo’ ci toccano anche in marzo.

Archiviato in:comunicazione sociale, pubblicità commerciale Tagged: 8 marzo, comunicazione sociale, Google Glass, International Women's Day

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