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- Categoria: Giovanna Cosenza
- Pubblicato: 13 Marzo 2014
Abbiamo assistito, ieri, a una conferenza stampa innovativa per la comunicazione politica italiana, per diversi motivi, fra cui annovero la densità degli annunci (quanta roba!) e la rapidità con cui Renzi li ha snocciolati (è veloce, non c’è dubbio). Ma la novità che ha fatto fare ooohh a tutti sono state ovviamente le slide e lo split screen (erano lì apposta). Vediamone pregi e difetti:
Pregi
- Proiettare i concetti principali che un oratore enuncia in forma di titoli, testi e immagini aiuta il pubblico a focalizzare l’attenzione sui punti in cui l’oratore vuole che sia focalizzata e a ricordare ciò che vuole sia ricordato. Ecco perché nei corsi di public speaking si insegna ad accompagnare il discorso prioettando slide (che siano in PowerPoint o altro, poco importa).
- Non è la prima volta che un Presidente del consiglio mostra testi e immagini in una conferenza stampa (l’ha fatto Berlusconi, l’ha fatto pure Monti), ma è la prima volta che lo fa in quel modo: tante slide, tanti colori, tante parole e immagini-metafora (la katana, il pesciolino rosso, il corridore allo start, i due pittori sul muro, l’ombrello). Serve a marcare il ruolo di innovatoredi Renzi, da un lato, e di “bravo comunicatore” dall’altro. Specie se è lui stesso a controllare le slide con il telecomando e lo fa con dimestichezza, senza errori, in modo sciolto. È come se dicesse: “Sono abituato a queste cose, so come nel 2014 si parla in pubblico nel mondo”.
Difetti
- Come al solito (cfr. quanto scrivevo ad esempio QUI) Renzi esagera: le slide erano troppe e troppo fitte di testo. Nei corsi di public speaking si spiega che un eccesso di testi e immagini non aiuta affatto il pubblico a focalizzare l’attenzione e a ricordare, ma al contrario crea confusione e sovraccarico cognitivo.
- Per uno che si propone come innovatore… be’ quella grafica è inadeguata, perché non è affatto ciò che i “bravi comunicatori” fanno oggi. Ricorda piuttosto le presentazioni che si facevano in azienda fino alla prima metà degli anni 2000: troppi colori non sempre ben accostati dal punto di vista visivo, sfumature negli sfondi, immagini scontate (evidentemente pescate in tutta velocità da repertori gratuiti).
- Peggio ancora, alcune delle slide che Renzi ha usato ricordano la grafica dei volantinidegli ipermercati e dei discount: confronta i prezzi, due al prezzo di uno, e così via (ecco perché molti gli hanno dato del venditore e lo hanno paragonato a Mastrota). QUI puoi vederle tutte.
Morale della favola: Renzi, come al solito, non si limita a usare le tecniche di marketing e di persuasione, ma le ostenta, ce le sbatte sotto al naso come per dire “ehi, guarda quanto sono bravo”. Trovandosi nella fase degli annunci e delle promesse,questa ostentazione non fa che enfatizzarla: Renzi non si limita ad annunciare, ma dice “guarda che bell’annuncio”, non si limita a promettere, ma dice “guarda come prometto bene”. Perciò tutti – renziani e non, estimatori e detrattori – restano a naso insù, pronti, i primi, a disperarsi se sbaglia, i secondi a coglierlo in fallo per criticarlo e mandarlo a casa. L’ostentazione, insomma, alza i toni e il rischio. Se fossi in Renzi ci andrei più cauta, lo dico da sempre e ora a maggior ragione. Se vincerà, stravincerà. Se perderà, tutta questa ostentazione lo porterà a schiantarsi ancor più miseramente. Spero che sappia quel che fa.
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