Qualche giorno fa Luca Sofri ha twittato:

Non so se Renzi sia il nuovo Berlusconi, ma l’antirenzismo mi pare diventato già un buon rifugio per gli orfani dell’antiberlusconismo,

— Luca Sofri (@lucasofri) March 2, 2014

Prendo spunto da questo tweet per riflettere su somiglianze (una sola, ma cruciale) e differenze non tanto fra Renzi e Berlusconi – il paragone funziona solo se sei Crozzae vuoi far ridere, punto – quanto fra antirenzismo e antiberlusconismo. Va detto però che è ancora presto per fare un confronto serio, per cui prendilo come l’inizio di un gioco.

Somiglianza (una sola, fondamentale):

In politica limitarsi a essere contro qualcuno, senza costruire un frame autonomo di proposte, idee e valori propri, è il modo migliore per lanciarsi un boomerang in fronte, mettendo al centro dell’attenzione l’avversario e con ciò rinforzandolo. L’ha fatto per anni il centrosinistra con Berlusconi, e si sono visti i risultati: Berlusconi sempre vincente, la sinistra perdente. È ciò che rischia di fare, oggi, l’antirenzista che sta dentro al Pd (e ci resta), senza avere la forza politica (e mediatica) di formulare e far passare proposte diverse. Èd è ciò che rischia di fare l’antirenzista di Sel.

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Differenze:

  1. Gli antiberlusconiani stavano (e stanno?) tutti e solo nel centrosinistra. Detto in altri termini: se uno/a era di centrosinistra, allora era per forza antiberlusconiano; se uno/a era antiberlusconiano/a, allora era di centrosinistra. La regola era (è?) talmente stringente che, quando Gianfranco Fini, pur essendo di centrodestra, si fece antiberlusconiano, sparì dalla scena (accadrà anche ad Alfano? Non è detto, perché non si professa così radicalmente antiberlusconiano). Gli antirenziani, invece, sono sparsi un po’ in giro: se ne trova una manciata nel Pd,sono la maggioranza degli  appartenenti a Sel (forse là dentro c’è qualche agnostico) e coincidono con la totalità degli appartenenti al M5S. Non si registrano, al momento, antirenziani oltranzisti nel centrodestra, eccezion fatta per le sparate di qualche “falco” e “falchessa” di Forza Italia e del quotidiano Libero che li rappresenta.
  2. Gli antirenziani che stanno nel M5S hanno costruito un frame di contenuti, idee e valori autonomi prima che Renzi salisse sul palcoscenico nazionale. Dunque non corrono il rischio, almeno per ora, di rinforzare il frame di Renzi (corrono altri rischi, questo no). Anzi, fanno esattamente il contrario: continuano a evidenziare quanto sia stato Renzi a cavalcare, con il frame della rottamazione, il sentimento “anticasta” del M5S.
  3. L’antiberlusconismo insomma era un monolite duro e compatto (ho detto “era”, perché è stato lo stesso Renzi a incrinarlo, avvicinandosi a Berlusconi: uno di centrosinistra che non è antiberlusconiano!). L’antirenzismo sembra invece un arcipelago di isole che hanno forme e dimensioni diverse, e che sono per giunta mutevoli nel tempo: oggi sei renziano, domani chissà, oggi ce l’hai con Renzi, domani non è detto.
  4. Continua tu…
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