C’è un «orrore nell’orrore» che merita di essere sottolineato, nel genocidio armeno (1915-16) di cui è appena ricorso il centenario: le immani sofferenze e la morte atroce che dovettero patire, negli infuocati deserti di pietra dell’Anatolia orientale, centinaia di migliaia di donne e ragazze armene.

Dopo avere incarcerato, torturato e trucidato tutta la popolazione maschile adulta, la violenza dei Turchi Ottomani si scatenò con inusitata ferocia contro la parte femminile della nazione armena, affinché a quel popolo non fosse concesso di ricostituirsi e riprodursi all’interno dei confini dell’impero.

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