«La prevenzione e l’educazione per il bullismo del web serve, ma non basta. Ci vogliono misure incisive graduate a seconda dell’età: dal Daspo (il divieto di accesso allo stadio per i violenti, ndr) di telefonini e la confisca di computer, alla sanzione penale».

Ha appena tentato il suicidio la ragazzina di Pordenone bullizzata, quando Donatella Ferranti, presidente della Commissione Giustizia della Camera, si appresta a concludere il giro di audizioni — fortunatamente senza dover aggiornare il computo dei morti — su un fenomeno che per l’Istat riguarda un adolescente su due: in particolare giovanissimi e soprattutto ragazze.

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