Nemmeno una lacrima per suo marito morto, nemmeno un istante di dispiacere nel sapere che suo figlio non conoscerà mai il padre. Niente. Kahina provava soltanto «felicità», «invidia», «orgoglio». Era dispiaciuta, semmai, per non aver potuto essere accanto all’uomo della sua vita mentre si faceva esplodere al Bataclan.

Samy Amimour aveva 28 anni ed era uno dei terroristi della carneficina di Parigi del 13 novembre. Un eroe, per la moglie Kahina, 18 anni e madre di un bambino nato dopo gli attentati, probabilmente a Mosul, città irachena sotto il controllo dell’Isis dove lei e Samy si erano stabiliti l’estate scorsa dopo un passaggio in Siria.

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