Il periodico rapporto dell’Europarlamento sui diritti umani tradizionalmente concorda posizioni d’avanguardia sui temi etici più delicati in discussione. Assume un particolare significato politico, quindi, la bocciatura degli eurodeputati sulla maternità surrogata, comunemente definita «utero in affitto». Nel testo si spiega la netta presa di posizione a Strasburgo sostenendo che questa pratica «compromette la dignità umana della donna dal momento in cui il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce». L’Europarlamento non lascia spazi soprattutto perché la «gestazione surrogata prevede lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo».

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