Una sera all’improvviso una telefonata. Una voce scandisce poche parole e la tua vita cambia per sempre. Tua figlia, la tua amatissima figlia, non c’è più. L’hanno uccisa. Le hanno sparato alla nuca. E per te comincia un tempo che non avrà più colore.

Le madri «orfane» non sono donne che vivono, sopravvivono. Costruiscono il futuro sui ricordi del passato. È come se trascinassero un masso enorme, ogni passo una fatica indicibile. Una sera del 2006 è toccato a lei, a Clementina Ianniello.

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