Homs, Zabadani, Daraa, Hama, Douma. Le città della Siria non smettono di vivere. Nonostante la guerra, le bombe. E nonostante i signori della guerra che hanno tutto da perdere se il conflitto dovesse finire.

«In guerra sono soprattutto le donne a tentare di tenere in piedi la vita di tutti i giorni, quella in cui i bambini vanno a scuola, in cui ci si siede intorno a un tavolo per mangiare. E in questo senso il nostro paese non fa eccezione», spiega Eva di Good Morning Syria, network di attivisti e giornalisti siriani che raccoglie testimonianze dalla società civile con l’obiettivo di costruire un processo di pace.

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