Da quando al Governo ci sono tante donne, uno dei temi che sembra appassionare di più i commentatori, oltre al loro modo di vestirsi e di pettinarsi, è il modo in cui chiamarle. Si deve dire «ministro» o «ministra»? Un problema di linguaggio, quindi. Come se la questione della parità uomo/donna potesse essere risolta nel momento in cui la si smette di utilizzare alcuni termini e si comincia a parlare al femminile. Non più «avvocato», ma «avvocata». Non più «ministro», ma «ministra».

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