Rispetto agli altri anni, faccio fatica a recuperare quello che ho sempre amato del Natale. Sono una romantica infatuata del mito, infatti. Mi piacciono i balconi illuminati, mi piace appendere le mie ghirlande sghembe fuori dalla porta, mi piace l'albero ancor più sghembo con poche palline, di cui alcune storiche: i ghiaccioli che risalgono alla mia infanzia, e fino a non molto tempo fa c'era ancora una Minnie, unica superstite di tempi remotissimi, quando non ero nata e l'albero di Natale dei miei genitori si suicidò, precipitando da solo in terra e sbriciolando tutte le palline, tranne Minnie, e poi ci sono quelle comprate da Vertecchi quando scoprii di essere incinta e dunque sapevo di voler tornare a fare l'albero e il presepe, quelle che chissà da dove vengono ma sono sempre, da anni e anni, chiuse in una valigia che, ai tempi in cui mia madre era giovane, conteneva una coperta Lane Rossi, e la valigia aspetta quieta in cantina per dodici mesi.

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