Ogni tanto, nelle perenni discussioni "realismo versus fantastico" che ancora sono, almeno in Italia, vivissime, mi vengono in mente due pagine, che mi è capitato di leggere in pubblico, anche. Sono due esempi  portatori della stessa malinconia e dello stesso dolore per il tempo che passa. Il primo viene da I Buddenbrook di Thomas Mann. E’ il momento in cui il console Thomas, giunto, così pensa e così è, al culmine della sua vita professionale e di uomo, torna al luogo delle vacanze familiari, e guarda il mare:

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