Dunque, care e cari, in questi giorni state leggendo, oltre alle notizie di cronaca, un'infinità di riferimenti alla letteratura post-apocalittica anche da parte di chi abitualmente non la frequenta. Ci sta, ovvio, perché i narratori questo hanno fatto e questo fanno: osservano le nostre paure più antiche e le restituiscono, anche quando ci sembra di averle dimenticate. Come scriveva nove anni fa Maurizio Sentieri su Doppiozero:

"improvvisamente il riconoscersi fisicamente parte di qualcosa di più grande nel quale la nostra individualità si perde e affoga, parte di qualcosa che abbiamo dimenticato e in cui l’ammalarsi avviene sempre insieme agli altri e mai “da soli”, qualcosa di più grande che ci comprende e in cui nostro malgrado è possibile perdersi".

Leggi tutto