Oh, gli anniversari. Quanto sono ghiotti quando fanno cifra tonda. Quanto ci coinvolgono, sia pure per un giorno, quanto siamo disposti a commuoverci, ad andare indietro col pensiero a dieci anni fa, quando sotto i nostri piedi tremava il pavimento delle nostre case -perché noi si era a Roma, spaventati ma tranquilli (Suave, mari magno turbantibus aequora ventis, e terra magnum alterius spectare laborem). L'Aquila, dieci anni fra poco. Cosa è rimasto, cosa è? Leggete l'intervento di Alessandro Chiappanuvoli su Artribune, che termina così:

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