Qualche anno fa uno dei giudici di "Masterpiece", Andrea De Carlo, ha consigliato a un concorrente di non «andarsi a buttare nel fantasy». L'episodio è sembrato ribadire il vecchio pregiudizio dei letterati che considerano la narrativa fantastica come espediente per intrattenere il lettore e allontanarlo dalla realtà. La parola "fantasy", peraltro, viene utilizzata quasi sempre dai non frequentatori in sostituzione di "fantastico". Qualsiasi deviazione del reale è "fantasy", dunque oggi considereremmo tale anche, che so, Giro di vite, o persino Dissipatio H.G.

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