Poco fa, rispondendo a un mio status su Facebook dove parlavo ancora della piazza torinese (eh, sì, mi dà tanto da pensare questa faccenda), che ormai le sette organizzatrici hanno caratterizzato definitivamente come piazza SìTav (qui i loro sette punti: sette come i nomi di Dio), un commentatore mi ha fatto i complimenti per non aver lasciato trasparire in trasmissione la mia "appartenenza grillina". Come se essere contrari al Tav ti qualificasse automaticamente come esponente di questo o quello schieramento, e non fosse possibile criticare la scelta suicida di fare del SìTav la bandiera dell'opposizione nel momento in cui tutto porterebbe in altra direzione.

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