Nel suo bellissimo Negroland, Margo Jefferson non si limita a raccontarsi e a raccontare l'immaginario, le limitazioni e le autolimitazioni della borghesia nera americana, ma pone una questione centrale, a mio parere: come si rapporta un "io" a un "noi". Come, ovvero, si costruisce un'identità sapendo di non poter svicolare da razza, genere, classe, sapendo che nessuna conquista civile è per sempre e sapendo anche che quando si è "l'altro" occorre essere perfetti. Nel vestire, nel pettinarsi, nei risultati scolastici e professionali.

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