«I delinquenti sono sempre quelli dell’appartamento di fronte, o dei casamenti vicini, con uno snobismo stupefacente. […] Al vertice dell’antropologia borgatara c’è forse la pulsione suicida di sparire dall’anagrafe, lasciando che il peggio accada senza il minimo tentativo di evitarlo: per superba immobilità, per constatazione atavica, per autolesionismo inconscio travestito da astuzia.»

E' un brano da Il contagio, per me il romanzo più bello di Walter Siti. Nella giornata mondiale del libro suggerirei di leggerlo, di ragionare su quell'estensione del morbo, laddove il morbo significa vogliamo la stessa cosa, desideriamo somigliarci,  avvoltolarci nella stessa voracità, nella stessa rabbia, a qualunque classe sociale apparteniamo.

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