Tornare da una settimana secca di trasferta, che include quattro densissime dirette da Tempo di Libri, significa riposizionare i pensieri, guardarsi intorno, cercare di capire cosa è accaduto nel frattempo. Nulla, ovvero. Se non il prosieguo delle già citate fratture fra "intellettuali" e "popolo". Ieri sera leggevo uno status amaro di Grazia Verasani, dove scrive, fra l'altro:

"Sembra quasi che leggere un libro sia diventata una posa, che lo scrittore sia un nemico, e che ci sia una separazione netta tra chi vive (male) e chi fa cultura (come può).

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