Lui era il mio capo. Il più difficile e crudele fra i miei capi. Un giorno, al telefono, mi disse testualmente (difficile dimenticare, anche quando il tempo corre molto avanti): “E fammi conoscere qualcuna di decente che mi succhi l’uccello. Tu no, sei troppo vecchia”. Avevo, allora, 45 anni. Scherzava, quel mio capo, fortunatamente momentaneo? Forse sì, forse no. Lo stupore, lo sgomento, la rabbia non necessitano di alcun forse. Riattaccai il telefono, e da quel momento feci di tutto per andarmene.

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